domenica 25 ottobre 2015

" SO CHE SEI QUI" di Clelie Avit del 15 settembre 2015

Un romanzo d'esordio tutto da scoprire



So che sei qui
Clelie Avit
Mondadori
134 pagine
Ebook € 9,99

Elsa ha trent'anni, adora la montagna e le gite in alta quota. Ma è a causa di questa passione che ora si trova in un letto d'ospedale, dopo una brutta caduta da una parete ghiacciata. E' in coma da venti settimane. Sente tutto, ma  nessuna delle persone accanto a lei se ne accorge. Un giorno, per errore, entra nella sua stanza un ragazzo sconosciuto. Thibault non sa nulla della storia di Elsa, ma inizia a parlarle, conosce i suoi amici, qualcosa nella ragazza addormentata che profuma di gelsomino e gli sembra così dolce, lo tiene legato magneticamente alla sua stanza. Giorno dopo giorno torna a farle visita. Ed Elsa? Sente tutto, ma non può rispondere. Non può chiedere a quel ragazzo gentile di prometterle che tornerà anche il giorno dopo, non può dirgli che sa riconoscere il suono della sua risata in corridoio e che ora quasi sente il calore del suo bacio sulla guancia. Thibault non sa che Elsa non si risveglierà più, perchè a breve la staccheranno dalle macchine che la tengono in vita. L'hanno deciso i medici, la famiglia ha acconsentito. Tutti credono che sia impossibile che Elsa si risvegli, eppure ogni volta che Thibalut entra nella stanza il suo cuore....








" Contatto... Lo desidero da matti, come una bambina 
davanti a un gelato al cioccolato.
 E' da circa ventun settimane che non ho più provato 
la minima sensazione tattile."





La recensione di Ele:


Eccomi di nuovo qui a raccontarvi di un libro che ho letto in questi giorni per voi e finito in poco tempo, per la sua brevità.
Il libro racconta la storia di Elsa, in coma da venti settimane, a causa della sua passione per i ghiacciai.
Ha una percezione del mondo esterno, di tutto quello che gli accade intorno tramite l'udito.
E' sveglia pur dormendo e tutto ciò che la circonda, lo proietta nella sua mente, fantasticando con colori e fantasia.
Non conosce né infermiere e né dottori, né tanto meno chi le fa visita extra, ma la sua mente proietta figure nuove associando i colori ai suoni della voce.

" Ho freddo. Ho fame. Ho paura. Almeno credo.
Sono in coma da venti settimane e immagino di avere freddo, fame e paura.
Questo non ha alcun senso, poichè se c'è qualcuno che dovrebbe sapere che cosa prova quella sono proprio io, eppure.... posso solo immaginarlo".

Non sto qui a raccontarvi la trama perchè è poco più di un centinaio di pagine e potrei svelare più del dovuto.
Quello che mi preme dirvi, invece, è il modo in cui la scrittrice si sia immedesimata nel personaggio.
Non credo che sia facile riuscire a descrivere una situazione come questa, ma lei è stata perfetta.
Ha riportato nero su bianco, passo passo, tutto quello che potrebbe accadere in circostanze tipiche di coma, aggiungendovi anche una vena romantica. Non ha tralasciando comunque la verità, triste quanto scomoda, che dopo un certo periodo di tempo, le persone vicine, si possano stancare di aspettare un tuo risveglio.
Le giornate sono sempre le stesse, lente e noiose , fino a quando un ragazzo non ci entra per sbaglio.
Thibault viene descritto da subito come un ragazzo arrabbiato.
Stavolta il fratello l'ha fatta davvero grossa. 
Non riesce a perdonarlo, e trovarsi tutti i mercoledì in ospedale non aiuta, così per sfuggire alla sua famiglia, cerca rifugio nella prima stanza.
E' il classico bravo ragazzo. 
Non beve, non fuma e con il cuore infranto.

" Per l'ennesima volta dopo il primo errore di orientamento in questo ospedale,
 mi chiedo che cosa ci faccio qui. E per l'ennesima volta non ho una risposta. 
Non importa, sembra che questa volta si abbia il diritto a non sapere".

Non sa cosa lo spinga ad entrare nella stanza di Elsa in seguito, ma questa ragazza lo affascina.
Piano piano esce dal suo guscio e cerca di ricredere in se stesso, facendo i conti anche con tutto quello che gli capita intorno.
Si innamora lentamente di Elsa, rubando piccoli sprazzi della sua vita da amici e parenti, fino a iniziare a credere di riuscire a tirarla fuori dal tunnel nero.
Elsa dal suo canto, ogni volta che lo sente entrare nella stanza, cerca in tutti i modi di uscire dal coma per poterlo vedere o fargli capire che lei è lì che lo ascolta.


" Una crisalide in affitto in un  bozzolo, forse è più carino.
 Mi piacerebbe davvero uscrne per poter dire che sono la proprietaria".


E' un libro non facile, di quelli che si piange dalla prima all'ultima pagina.
Le emozioni sono tante e  tutte mescolate affinchè si crei un legame strettissimo tra i due personaggi.
Nonostante l'argomento, non diventa mai pesante, nè troppo superficiale rispetto alla situazione, anzi la storia è raccontata con delicatezza e sensibilità.

Ho dato quattro stelline a causa di un finale un pochino troppo frettoloso.
Mi ha lasciata con un punto di sospensione che mi chiedo se l'autrice scriverà il secondo solo per scoprire come proseguirà la storia.









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