sabato 15 marzo 2014

" Il libro segreto di Shakespeare" di John Underwood



La più grande cospirazione della storia sta per essere svelata

"Il libro segreto di Shakespeare"
John Underwood
Pagine: 432
Newton Compton
Cartaceo € 9,90

                                                         Un inganno che dura da secoli.
William Shakespeare era un  impostore?
I capolavori passati alla storia come sue opere erano frutto del genio altrui?
Chi si nasconde in realtà tra le sua pagine?
A quasi quattrocento anni dalla morte del Bardo, la verità può essere finalmente svelata.


John Underwood è il nome di uno degli attori dei King's Men la compagnia di Shakespeare,  ed è anche lo pseudonimo con cui Gene Ayres ha voluto firmare questo libro.


Chi desidera mantenere il segreto su William Shakespeare? E quali interessi si nascondono dietro questo mistero che affonda le sue radici nella violenta e oscura epoca elisabettiana?
Desmond Lewis, un professore universitario inglese molto discusso, scompare mentre è diretto a Barkley, in California, per una conferenza.
Con lui sparisce anche un manoscritto inedito e segretissimo, che conterebbe la verità sull'identità dell'autore più importante della storia della letteratura mondiale, William Shakespeare.
Il Bardo non sarebbe il vero autore delle sue opere: una teoria sconvolgente, che già molti scrittori, fra cui Mark Twain, hanno sostenuto in passato.
Jake Fleming, un giornalista del "San Francisco Tribune" e amico di Lewis, si mette subito sulle sue tracce per scoprire che fine ha fatto lo studioso e quale enigma si celi dentro le pagine che ha scritto.
 Un viaggio che lo porterà nella vecchia Inghilterra, tra accademici spocchiosi, librai eccentrici, un fisico indiano che sa fin troppo di Shakespeare e una conturbante docente di letteratura.
Fino a quando lo raggiungerà oltreoceano anche sua figlia Melissa, ragazza testarda e affascinante con una grande passione per il teatro...







La recensione:

"Il Libro segreto di Shekespeare" di John Underwood è un thriller che coinvolgerà sicuramente tutti gli amanti del teatro Elisabettiano e del famoso poeta inglese.
Questo scritto ci fornisce una nuova interpretazione di Shakespeare.
Non l'illustre poeta, come è stato decantato per tanti secoli, ma un semplice affarista che metteva in scena, ogni giorno, un dramma o una commedia diversa, non scritta di suo pugno.
Quindi Underwood, delinea la figura di un uomo che ha illegalmente posto la firma su scritti che non gli appartenevano, ma su cui aveva commerciato a scapito di grandi autori come Marlowe.
La rivelazione di tale segreto è affidata a Jake Fleming, un giornalista del "San Francisco Tribune" che è alla ricerca del suo amico, Lewis, scomparso misteriosamente con un manoscritto inedito e segretissimo.
Complotti ed intrighi, ci accompagneranno per tutta la lettura, tanto che alla fine ci troveremo di fronte ad un bivio sul  credere o no che Shakespeare sia stato un truffatore.
E' stato così abile da riuscire a  mascherare i suoi loschi affari,  a centinaia di generazioni, per secoli?
Così furbo da non tralasciare niente, nemmeno la firma, ( infatti ne esistono solo sei), così da non poter essere tradito dalla sua calligrafia per confutare l'originalità delle sue opere.
" Non c'era nessun Bardo di Avon" 
Dice Melissa, figlia di Lewis, ad un certo punto del racconto, troppo sconfortata per le rivelazioni che stanno avendo sulla vita di Shakespeare.
Testarda e affascinante, segue il padre per confutare la tesi dell'imbroglio.
Nel leggere il libro ho avuto difficoltà perchè non si arriva mai a un punto fermo.
La trama si infittisce sempre di più.
Entrambi i protagonisti avevano una scaletta di nomi ai quali dovevano dare un significato, ma non terminavano mai di spiegarne uno che subito subentrava il secondo o il terzo, quindi, mai un attimo di tranquillità, per riuscire a stare dietro ai loro ragionamenti e non poche volte son dovuta ritornare indietro di pagine.
Quello che mi è piaciuto tantissimo, invece, è che  durante la lettura ho ragionato anche io, come se il bandolo della matassa toccasse sbrogliarlo a me.
Mi sono ritrovata a scoprire la verità insieme a loro, come protagonista esterno al racconto.







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