lunedì 14 aprile 2014

" Nina" di Daphne Kalotay



Nina
Daphne Kalotay
437 pagine
Sperling & Kupfer
Cartaceo € 19,90

Boston, 2003. Quando mette all'asta la sua preziosa collezione di gioielli, Nina Revskaja è convinta di aver finalmente chiuso col passato. Invece, una sontuosa parure d'ambra scatena in lei una marea di ricordi. Mosca, 1935. Nina è una bambina quando scopre la passione per il balletto e la magia del palcoscenico. Affronta con determinazione i sacrifici che la danza impone fino a diventare l'étoile del Bolscioi, acclamata in tutto il mondo. Quando si innamora perdutamente di Viktor, nobile decaduto e poeta, e lui la chiede in moglie, le sembra di toccare il cielo con un dito. Ma la vita è dura a Mosca: il regime staliniano è una cappa opprimente, la polizia segreta è ovunque, la paura e la diffidenza gravano su tutto e tutti. Si insinuano lentamente anche in Nina, finché un odioso sospetto la spinge a una precipitosa e rocambolesca fuga in Occidente, interrompendo così una fulgida carriera e sbarrando le porte del suo cuore all'unico uomo che abbia mai amato. Boston, 2003. E a tutto questo che sta pensando Nina, ormai anziana, mentre Drew Brooks, la funzionaria della casa d'aste, la incalza con domande su quella parure cui sembra mancare il pezzo più importante, la collana. Quando tuttavia Grigorij Solodin, un professore di russo che da tempo cerca di mettersi in contatto con Nina, consegna a Drew proprio la collana d'ambra che completa la parure, niente può più arginare la serie di sconcertanti rivelazioni che svelano a Nina la verità sul suo tormentato passato.






Russian Winter 






La recensione:

Nina Revskaja è una famosa ballerina  che ha deciso di mettere all'asta la sua preziosa collezione di gioielli a beneficio della Boston Ballet.
Non c'è punizione peggiore per una donna che nella vita non ha fatto altro che prendersi cura del proprio corpo, spingendolo al limite, pur di riuscire a fare un passo di danza perfetto, che essere confinata su una sedia a rotelle ed aver bisogno di una donna accanto a lei anche per riuscire ad aprire una semplice busta da lettere.
Riuscita a scappare giovanissima dalla Russia, precisamente dal regime staliniano, ha affrontato una vita di sacrifici, rinunciando a quella che sarebbe stata una carriera spettacolare come prima ballerina ed abbandonando tutti i suoi amici.
Rigida e austera nella sua postura, Nina è una donna forte all'esterno, ma fragile all'interno.
Daphne Kalotay ha scritto un romanzo di grandi passioni tra un presente sofferto e un passato di rimpianti.
Quando parlo di passioni, non mi riferisco solo a quello di Nina per la danza, per la quale ha sacrificato tutto,  ma mi riferisco all'amore per un uomo,  Viktor Elsin, suo marito e quello per la sua migliore amica, Vera.
Tutta la trama è un continuo salto temporale tra la vita passata al rammendo di calze e scarpette prima di diventare  l'étoile del Bolscioi e il presente in  cui tale passato viene prepotentemente a bussare dopo aver proclamato di volersene disfare attraverso i gioielli.
Nel racconto della sua vita passata possiamo leggere della paura del regime russo e del dolore di non potersi fidare neanche della tua migliore amica, che potrebbe venderti per una parola fuori luogo o per una semplice opinione espressa in confidenza contro Stalin. Le privazioni e le condizioni in cui erano costretti a vivere nel 1949, sono storia vera e questo libro li riflette nero su bianco.
Drew Brooks è la funzionaria della casa d'aste,  che spingerà Nina a ricordare.
In seguito alla comparsa di una collana con un ciondolo d'ambra, che completa una parure di cui Nina
possedeva solo bracciale ed orecchini, Drew è più che mai decisa a svelare il passato della ballerina e da  braccio destro le farà Grigorij Solodin, un professore di russo, che da tempo cerca di mettersi in contatto con l'anziana donna, ma dalla quale ha sempre ricevuto silenzio.
C'è una connessione tra la ballerina e il professore?
Come mai questi gioielli unici nel genere sono stati divisi?
E perchè Nina si rifiuta di parlarne?
Le scene sono raccontate in modo superbo. Durante la lettura mi sono emozionata così tanto che a tratti mi sembrava di star ballando il Lago dei Cigni o di far riscaldamento alla sbarra, il che è un tutto dire visto che sono rigida come un tronco.
C'è un continuo mistero che viene svelato solo alla fine del romanzo lasciando il lettore come un pesce lesso e tutto mi sarei immaginata, ma non la " Bomba" che ne esce fuori.
La Kalotay è riuscita a tenermi incollata fino alla fine deragliando la mia immaginazione sempre su binari differenti. Quando credevo di aver finalmente sbrogliato il bandolo della matassa, una frase o un piccolissimo indizio, mi facevano cambiar rotta. Divino!
Non meno importante è la storia parallela che viene raccontata del professore e della sua insaziabile voglia di conoscere chi sono stati i suoi genitori e perchè proprio lui, tra i tanti, è in possesso del misterioso ciondolo.
Un libro da leggere sicuramente, se si han bisogno di emozioni vere.

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